mercoledì 13 febbraio 2008

L'Entropia e la favoletta del ricco perdente felice

Il movimento che si autoalimenta senza benzina, il fuoco che brucia senza ossigeno. Sono secoli e secoli che l'uomo va cercando la via che potesse permettere alla sua triste materialità di invertire le leggi della natura. Una di queste è l' ENTROPIA ( rugbisti, buoni! Non fate battute su chi fosse entrata pia e non chiedetevi come e da dove ne fosse uscita), quella legge che dice che per fare disordine non ci vuole nulla ma per mettere in ordine si fa fatica, e questa legge sottintende che spesso per fare in modo che la natura ci venga incontro dobbiamo fare fatica perchè tutto tende al disordine. Nel sei nazioni italiano abbiamo trovato l'uovo di colombo a quanto pare, l'entropia gioca a nostro favore: si perde e gli sponsor corrono in massa a dare anche loro le pacche sulle spalle e a scucire quattrini, l'atmosfera di festa paesana che fa gridare sempre e comunque "viva il parroco" col bicchiere alzato piace tanto alla gente. Cosa muove lo sport? I successi credevo, sono interista, e in questi ultimi anni l'ho imparato bene, sulla mia pelle. Le pacche sulle spalle danno fastidio, e hai sempre voglia di dire: "alla prossima mollo un cartone". Ma siamo sicuri che non sia un sistema per far andare la macchina senza benzina quello di dire che va sempre e comunque tutto bene anche quando si perde? Si conquistano i profani, i profani attraggono gli sponsor che pagano volentieri per vedere felici i clienti che amano la favoletta del perdente felice. E se le vittorie rompessero l'incantesimo? E se vincendo si diventasse antipatici? E se la gente amasse Paperino piu' di Gastone? E se le donne preferissero Fantozzi a Rambo? Io sono interista...
Alberto

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