lunedì 25 febbraio 2008

Dal minirugby all'alto livello

I giocatori di alto livello hanno qualcosa in più degli altri, questo è innegabile.
Doti naturali, talento, predisposizione genetica, non so. Quello che so è che i giocatori che riconosciamo in televisione, quelle poche volte che ci capita di poterli vedere in chiaro, neozelandesi o francesi, sudafricani o inglesi, hanno iniziato a giocare molto presto, passando da una categoria all’altra e formandosi negli anni del minirugby. Le categorie under 7,9,11,13, scandiscono quindi le tappe fondamentali della costruzione del giocatore di alto livello che si perfezionerà nell’under 15,17 e 19 per affinarsi nei livelli superiori. E’ quindi grande la responsabilità di chi opera nei settori del minirugby ed è proprio qui che occorre, a livello societario, concentrare il massimo delle risorse ed il meglio dell’organizzazione e delle possibilità tecniche.
Gli educatori ed i tecnici che seguono il settore minirugby devono lavorare seguendo i concetti più attuali di avviamento allo sport. Il rugby è tutto sommato un gioco semplice, con alcune peculiarità che lo rendono particolarmente divertente per i bambini ed i ragazzi. Si tratta in pratica di “avanzare” con l’obiettivo di portare la palla al di là della linea di meta. I compagni devono “sostenere” il portatore del pallone per “continuare” l’azione che porterà alla meta. La squadra che non ha la palla cerca di impedire tutto questo ”avanzando” per placcare il portatore del pallone con l’obiettivo di “recuperarlo” e quindi tentare di segnare. Poche cose da imparare, quindi, per poter cominciare a giocare secondo i principi del gioco. Col tempo, senza fretta, si impareranno la tecnica, la tattica e si comprenderanno tutte le sfaccettature dello “spirito del gioco” che hanno fatto scrivere,un giorno, a qualcuno : “ il rugby è come un liquore molto forte: per gustarne tutto il sapore e l’aroma va bevuto a piccoli sorsi, tra amici fidati.”
Chicco

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