giovedì 26 febbraio 2009

Mark Palmer interviene sul pre-partita di Scozia-Italia a Edimburgo

Ospitiamo sul blog, con immenso piacere, il commento di Mark Palmer(*), giornalista scozzese del Sunday Times che parla un impressionante italiano: perfetto e pieno di sfumature. I nostri ringraziamenti all'amico Mark uniti ai complimenti per la passione che ci mette nel suo lavoro e nei suoi pezzi in lingua italiana (pezzo pubblicato senza tagli né modifiche).


MARK PALMER: "Uscendo dallo Stadio Geoffrey-Guichard di Saint-Etienne dopo quella partita tanto brutta quanto bella (per chi l’ha vinta, almeno), pensavo tra me e me che i giocatori dell’Italia e della Scozia non si sarebbero mai piừ incontrati in un clima di pressione cosi’ stressante.
Eppure, eccoci qua, a due giorni da un altro death match tra le stesse due nazionali. Per chi perde sabato pomeriggio ad Edimburgo, ci sono poche vie d’uscita. In tutta probabilita’, quella squadra sara’ ultima in 
classifica a fine torneo, per non parlare poi dell’impatto su due panchine gia’ piu o meno traballanti.Per quanto 
riguarda la Scozia, ed il suo allenatore Frank Hadden, il problema principale e' questo. La partita non si puo' perdere, questo si sa, ma altrettanto conosciuti sono i punti forti dell'Italia; quelli che potrebbero benissimo farsi' che la si perda comunque.
Gli Azzurri sapranno trarre fiducia sia dagli ultimi scontri diretti tra le squadre che dalle prime due partite giocate dalla Scozia finora nel torneo. Saint Etienne a parte, la storia recente e' con voi,stravincitori a Murrayfield l'ultima volta che ci siete passati, ed al sole del Flaminio nel marzo 2008, di nuovo molto abili nel punire i nostri errori. Ci avete soffiato il cucchiaio di legno per tre miseri punti soltanto.
Quel risultato cosi' deludente (visto da certi occhi, naturalmente), e' stata l'ottava sconfitta sofferta dalla Scozia nelle 10 partite di torneo giocate nel 2007 e nel 2008. Altre due sono arrivate puntuali quest'anno, una bruttissima contro il Galles, ed una piu' degna, almeno combattutta, nello Stade de France nel giorno di San Valentino. Piu' incorragiante com'era, lo svolgimento dei fatti a Saint Denis mi ha comunque fatto riflettere sulle parole di Parisse, secondo il quale non ci puo' essere sconfitta onorevole, siccome perdere per se' rappresenta un fallimento. Non sarei sempre cosi' severo, ma sono d'accordissimo sul fatto che ogni sconfitta comporta delle frustrazioni. In questo caso, quello della Scozia a Parigi, sono state grandi come Ben Nevis.
I nostri hanno osato di piu, sono apparsi molto piu coerenti, ma, se per mancanza di vera fiducia o semplice disattenzione, non hanno saputo sfruttare le tante occasioni create, soprattutto nel primo tempo. E poi c'e' il conto degli errori. Secondo i dati ufficiali, ben 24 sono stati commessi da giocatori Scozzesi. Se ci fidiamo dei propri occhi, il totale sale ancora piu in alto. Palle cadute a terra, indisciplina nei ruck, avanti normalmente solleciti che si sono fatti penalizzare di continuo. Per non parlare poi di una mischia in disagio totale. Le bestie che fanno parte della tight five italiana si saranno leccate i baffi di fronte all'immagine di una Scozia bloccata in retromarcia, e che dopo 18 minuti ha perso l'unica vera seconda linea che si era pensato di portare.
Per la partita di sabato, Hadden punta su uno specialista, Alastair Kellock, il capitano dei Glasgow Warriors che nella Heineken Cup hanno vinto a sorpresa a Toulouse. Sara' titolare pure Euan Murray, la grande speranza del nostro rugby che, da pilone destro, ha distrutto gli avversari Nuovo Zealandesi e Sud Africani a novembre, prima di farsi male ad una costola giocando per Northampton Saints, il suo club inglese. L'intenzione e' che lui si ponga come ancora per rendere la mischia piu' stabile, ma possiamo dare per scontato che gli italiani lo prendino di mira fin dal primo momento per vedere se e' veramente guarito. Non e' mai consigliabile aspettarsi che un solo giocatore cambi tutto, soprattutto quando quel giocatore non scende in campo da quasi un mese.
Al mio avviso, dove e come il destino di questa partita saranno decisi sono cose abbastanza ovvie. Se gli avanti Scozzesi riescono a farsi valere, a dare tutto il sostegno necessario a Murray per tenere la mischia in piedi, Hadden avra' tutte le carte per vincere. I suoi mediani (Blair e Godman) sono piu' capaci, piu' intelligenti, dei lori rivali diretti. Lo stesso vale pure per i tre-quarti, un reparto che i fratelli Evans hanno reso piu' bello e piu' pericoloso.
Ma se la mischia crolla di nuovo, se la eccezionale terza linea azzurra riesce a guadagnarsi lo spazio in cui sommergere Blair e Godman, vincera' l'Italia. Sebbene quello di Parigi fosse un caso estremo, ci sara sempre qualche errore in questa Scozia che cerca di prendere piu' rischi. I ragazzi di Mallett devono essere pazienti, aspettare dietro l'angolo e poi picchiare. Se la rabbia cieca che abbiamo visto contro l'Irlanda diventa aggressivita' positiva, anche il risultato cambiera'. Quasi sicuramente, sara' la partita piu' brutta del torneo. Ma in quanto a fascino, potrebbe essere anche la piu' bella."


(*)Mark Palmer
Scottish rugby correspondent
The Sunday Times
Glasgow
Scozia

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