mercoledì 9 aprile 2008

IL RUGBY CHE VERRA'

Il rugby del futuro sara' un gioco completamente diverso da que llo che oggi vediamo nel Sei Nazioni?
" Quand giugavi mi.." quando giocavo io, e' l'inizio di tante discussioni, birra in una mano, panino nell'altra,bocca piena, voce alta. E' il rugby parlato,piacevole conclusione di tante serate dove tutto e' permesso, i ricordi si sprecano e, quando non ci sono, si inventano. Con la precisione del copione di un film, saltano fuori le monetine, sul bancone o sul tavolino, tra i boccali e le briciole i centri-euro trovano incredidili buchi nella difesa, i piloni-dueeuro impostano maul da manuale i mediani- cinquantacent sanno quando calciare e quando passare.
Nel rugby parlato nessuno e' arbitro ma tutti sono allenatori. Le monetine, mezzo di comunicazione avanzato, superano barriere culturali, politiche di lingua , rendendo chiaro quello che le parole, spesso riescono a confondere.
Da qualche tempo , pero', nel rugby parlato non si ricorda solo il passato, si tenta di interpretare il futuro.
Il futuro di un gioco in grande evoluzione, un gioco che cambia le sue regole, la sua immagine ma che resta, per ora, fedele al suo spirito. Molti sono i cambiamenti avvenuti negli ultimi anni a livello di regolamento e tutti inseguono l'obiettivo di un rugby piu' sicuro ed al tempo stesso piu' veloce e spettacolare.
Possiamo constatare come tutti gli sport, in particolare quelli di squadra, stiano subendo forti cambiamenti tecnico-tattici che li rendono estremamente veloci, spesso piu' fisici. Si codificando gesti tecnici apparentemente meno raffinati ma molto piu' efficaci. Diminuiscono i tempi morti, le azioni durano piu' a lungo, tutti i giocatori sono coinvolti in modo efficace in tutte le fasi del gioco. Nel rugby alcune fasi statiche come la mischia ordinata e la touche subiscono cambiamenti che le portano, piano piano, ad essere vinte da chi ha il possesso di palla. Si privilegia cosi' il mantenimento del possesso, la continuita'. Ma se nella mischia ad alto livello diminuisce l'importanza della spinta ( chi introduce vince) e in touche diventa impossibile rubare un pallone nella fase aerea ( chi lancia vince ), il rugby del futuro potrebbe abbandonare queste due poco dinamiche fasi a favore della ripresa del gioco con un calcio, sul punto in cui e' stata commessa l'infrazione o e' uscito il pallone. Esistono studi su altri sport, per esempio il calcio, che ipotizzano una riduzione del numero dei giocatori. Anche il rugby ne potrebbe trarre giovamento , senza copiare il rugby a tredici che e' un altro sport, ma riferendosi all'inutilita' di alcuni ruoli legati alla mischia ed alla touche.
Di conseguenza la tipologia del giocatore di rugby continuerebbe la sua evoluzione presentandoci un atleta potente e veloce, intercambiabile nei ruoli con la gestualita' di un giocatore di basket, la capacita' di dissociare i movimenti del pallavolista la precisione nei lanci del giocatore di football . Sparirebbero alcune identificazioni antropometriche che fanno sorridere come, il pilone deve essere grosso, la seconda linea alta il mediano di mischia piccolo e agile. I passaggi diventerebbero lanci ( si sono già allungati molto) e non potendo smarcare giocatori in avanti si userebbe la stessa tattica ma sulle fasce laterali. L'area di meta potrebbe cosi' essere composta da spazi con diverso punteggio progressivamente maggiore verso il centro. Anche l'allenatore, già da oggi, cambia rapidamente metodologia, soprattutto nella preparazione strategica della partita, tenendo conto di statistiche, analizzando dati ed identificando i punti deboli degli avversari , anche durante la gara, utilizzando osservatori e tecnologie informatiche. Ogni fase del gioco necessita di soluzioni predeterminate e ogni giocatore assume precisi compiti all'interno di un'azione.
Il gioco del futuro avrebbe tempi morti ridottissimi grande dinamicita', velocita' di esecuzione spettacolarita' e diverrebbe piu' videocompatibile. Sparirebbero dall'iconografia alcune immagini come la conquista aerea del pallone o le prime linee che si affrontano a favore della corsa potente, del placcaggio severo, della meta in tuffo. Sarebbe codificata l’immagine di un giocatore dalle molte protezioni, paraspalle, casco, ginocchiere, gomitiere con una strizzatina d’occhio al più televisivo football americano.
Il rugby del futuro sara' un altro rugby ? Forse ! Dovremmo almeno parlarne . Alcune monetine , domani, potrebbero risultare inutili. Potremmo rischiare di dover dire " quand giugavi mi....c'era ancora la mischia…. giocavo terzalinea."


Chicco

Nessun commento: