mercoledì 27 febbraio 2008

GIOCO A RUGBY PERCHE'...

Gioco a rugby perché la mia mamma dice che l’ambiente dello sport è un ambiente pulito, è chiaro che non ha mai visto il nostro spogliatoio! Gioco a rugby perché il medico ha detto che il nuoto fa bene, ma se nuoto bevo e il medico ha detto a mio nonno che… bere fa male. Gioco a rugby perché ho provato anche con la danza classica ma non c’era un tutù della mia misura! Gioco a rugby perché su certi campi, quando piove, puoi anche nuotare, tuffarti, giocare a pallanuoto e se non giochi pilone, puoi provare col sincro. Gioco a rugby perché sta diventando “un fatto di cultura”. Gioco a rugby perché, certe volte, il problema è la mancanza di ignoranza. Gioco a rugby perché mia mamma aveva detto che nel nuoto c’è più stile … però mio cugino giocava a rugby e si divertiva una cifra. Gioco a rugby perché il cane mi ha mangiato la racchetta da tennis. Gioco a rugby perché la mia mamma mi ha detto che non ce la fa più a suonarmele e qualcuno, per il mio bene, deve pur farlo. Gioco a rugby perché sono un ragazzo educato, ieri ho camminato sul pilone avversario ma prima ho chiesto permesso. Gioco a rugby perché nel calcio confondono il corridoio col terzo tempo. Gioco a rugby perché questa cosa che corri avanti e passi indietro sembra una contraddizione, invece, in pratica, è un gran casino. Gioco a rugby perché ho fatto un corso a scuola e tutte le volte l’Ambrogio, che pensa di essere spiritoso, mi chiede se è Corso Garibaldi e poi ride, che se facevamo pugilato gli buttavo giù tutti i denti. Gioco a rugby perché è meglio che parlarne. Gioco a rugby perché tanto il regolamento non è obbligatorio…cioè saperlo tutto. Tutto tutto! Gioco a rugby ma, mia mamma, ha detto che se giochiamo in casa, va bene ,basta che non sia casa nostra. Gioco a rugby perché è un gioco da uomini, quando poi finisce il gioco…gli uomini restano.
Chicco

martedì 26 febbraio 2008

Videointervista a Marcello Cuttitta, Galles-Italia



Jacopo Dalla Palma intervista Marcello Cuttitta sulla sconfitta dell'Italia a Cardiff contro il Galles nel secondo turno del 6 Nazioni 2008

Ringraziamenti a Jacopo Dalla Palma http://sportemotori.blogosfere.it

lunedì 25 febbraio 2008

Dal minirugby all'alto livello

I giocatori di alto livello hanno qualcosa in più degli altri, questo è innegabile.
Doti naturali, talento, predisposizione genetica, non so. Quello che so è che i giocatori che riconosciamo in televisione, quelle poche volte che ci capita di poterli vedere in chiaro, neozelandesi o francesi, sudafricani o inglesi, hanno iniziato a giocare molto presto, passando da una categoria all’altra e formandosi negli anni del minirugby. Le categorie under 7,9,11,13, scandiscono quindi le tappe fondamentali della costruzione del giocatore di alto livello che si perfezionerà nell’under 15,17 e 19 per affinarsi nei livelli superiori. E’ quindi grande la responsabilità di chi opera nei settori del minirugby ed è proprio qui che occorre, a livello societario, concentrare il massimo delle risorse ed il meglio dell’organizzazione e delle possibilità tecniche.
Gli educatori ed i tecnici che seguono il settore minirugby devono lavorare seguendo i concetti più attuali di avviamento allo sport. Il rugby è tutto sommato un gioco semplice, con alcune peculiarità che lo rendono particolarmente divertente per i bambini ed i ragazzi. Si tratta in pratica di “avanzare” con l’obiettivo di portare la palla al di là della linea di meta. I compagni devono “sostenere” il portatore del pallone per “continuare” l’azione che porterà alla meta. La squadra che non ha la palla cerca di impedire tutto questo ”avanzando” per placcare il portatore del pallone con l’obiettivo di “recuperarlo” e quindi tentare di segnare. Poche cose da imparare, quindi, per poter cominciare a giocare secondo i principi del gioco. Col tempo, senza fretta, si impareranno la tecnica, la tattica e si comprenderanno tutte le sfaccettature dello “spirito del gioco” che hanno fatto scrivere,un giorno, a qualcuno : “ il rugby è come un liquore molto forte: per gustarne tutto il sapore e l’aroma va bevuto a piccoli sorsi, tra amici fidati.”
Chicco

sabato 23 febbraio 2008

RBS SIX NATIONS Stade de France, Paris FRANCE 13 - 24 ENGLAND

MARCELLO: "L'Inghilterra prende le sembianze di una squadra cinica e precisa. Buona Francia ma tra gli Inglesi c'è un Wilkinson in più. La partita mi è piaciuta. Il drop di Wilkinson ha deciso il match. Mi ha positivamente impressionato il 9 francese, un giocatore di grandi doti, bene l'estremo"




MASSIMO: "Ottima prima linea inglese, attualmente i migliori due piloni al mondo sono inglesi. L'Inghilterra non ha sofferto cali di tensione o concentrazione, sempre in partita"

RBS SIX NATIONS Croke Park, Dublin, IRELAND 34 - 13 SCOTLAND

MARCELLO: " Partita dal risultato scontato e mai in discussione. Ho visto un'Irlanda più concreta rispetto agli altri round. Scozia opaca e senza idee, se continua a giocare senza convinzione è alla portata degli Azzurri. Si delineano gli equilibri del Sei Nazioni 2008"

RBS SIX NATIONS Millennium Stadium, Cardiff, WALES 47 - 8 ITALIA

MARCELLO: "Deciso passo indietro degli Azzurri, la strada è quella giusta ma bisogna lavorare ancora tanto. La linea di difesa è stata ottima nel primo tempo, con Masi in campo la difesa dei tre quarti ha tenuto bene. Serve incisività e più cinismo nelle occasioni da meta. Ancora una volta questo Galles ha dimostrato di avere un finale importante. La differenza tra Galles e Italia, in questo momento, sta negli elementi: con questo organico non si può pretendere di più da Mallet. Marcato si è integrato bene con i compagni. Tra i Gallesi ottimo il sostituto del numero 9"

giovedì 21 febbraio 2008

La Haka e il Rugby dei campi

Il rugby affascina, gode di un momento di fortuna esagerata, di quelle che ti chiedi quando finirà. Penso ai rugbisti in maglie azzurre che fanno pubblicità ovunque, le foto dei nazionali impegnati in contorsionismi sui cartelloni dei metrò, ai placcaggi al povero cristo in tv che è in banca a chiedere un mutuo (ottima scelta coi tempi che corrono!) .
Poi guardi ai campionati nazionali, gente che ha maglie rosse slavate, gente che gioca su campi indecenti, gente che studia in Bocconi o al Politecnico, gente che studia Ingegneria Nucleare e non è come quelli della "pupa e del secchione" ma in campo ci sa stare. Penso a chi si spara 2 ore di treno per venire da Genova a Segrate per allenarsi. Penso al loro tecnico che quando si trova in mezzo ai profani gli fanno mille domande sul Rugby. Credo che sia una religione perchè non è possibile che atttragga così tanti non adepti. Ho paura che il giocattolo possa rompersi, mi fa strano vedere un video durante un team building con dei ballerini che scimmiottano la Haka davanti ad un pubblico di manager sfigatissimi tipo Fantozzi. Ma sono felice che chi ha rivisto quel video con me ha capito che prima di entrare a casa d'altri si chiede permesso, quella Haka proposta ai manager gasatissimi impegnati nella "Haka-Macarena" come motivo folkloristico-motivazionaleggiante ha colpito chi era con me. Tutti noi davanti al video avevamo avuto la fortuna di conoscere un rugbista neozelandese che ci ha spiegato, non spiegandocela, la Haka...semplicemente rifiutando la domanda e abbassando lo sguardo. Questo è il senso: portiamo il vero spirito del Rugby in giro, i valori contaminino l'ambiente non rugbistico, insegnate il rispetto per le culture, per i valori. Lasciate ai pagliacci le cose da pagliaccio. Complimenti a chi ha sempre creduto possibile insegnare in una università di prestigio dove il mondo dello sport potesse crescere. Complimenti a chi in quel master ha investito, a chi l'ha ideato e a chi lo frequenta. Che lo sport cresca grazie a persone che imparano la tecnica manageriale tra i banchi delle business school come il MIP POLITECNICO DI MILANO e delle università, che lo sport porti i suoi valori nel mondo manageriale convenzionale.
(parlo di una esperienza che mi arricchito molto: un team building del "Corso di alta formazione in sport business management al MIP POLITECNICO DI MILANO, la classe è formata da sportivi e gente che vuole fare dello sport la propria vita. Marcello Cuttitta era presente per caso e in 5 minuti ha spiegato ad una ventina di profani cosa fosse il cuore del Rugby e cosa fosse la Haka per un Maori e per un Italiano cresciuto in Sudafrica che l'ha vista da pochi metri. La Haka a cui mi riferivo è stata una trovata discutibile degli organizzatori di una convention aziendale che hanno preso dei ballerini per riprodurre una Haka; una Haka ballata dai manager con la cravatta in testa tipo Bruce Lee sugli spalti, come se fosse una Macarena in un villaggio vacanze. Il video è stato riproposto agli sportivi in aula con me ma è stato lo spunto, non voluto, per riflettere sui valori e sul rispetto, biasimando chi aveva messo in scena quella "libera interpretazione" di una danza di guerra, sacra ad un popolo, senza capire il fondamento etico della Haka e tutto quello che ci sta dietro)
Alberto

giovedì 14 febbraio 2008

Video intervista a Marcello Cuttitta, secondo round del Sei Nazioni 2008



Jacopo Dalla Palma intervista Marcello Cuttitta: Sei Nazioni 2008/ secondo turno

ringraziamenti a Jacopo Dalla Palma sportemotori.blogosfere.it

Secondo turno del Sei Nazioni 2008 Video Intervista a Marcello Cuttitta



Jacopo Dalla Palma intervista Marcello Cuttitta: il secondo turno del Sei Nazioni 2008

mercoledì 13 febbraio 2008

L'Entropia e la favoletta del ricco perdente felice

Il movimento che si autoalimenta senza benzina, il fuoco che brucia senza ossigeno. Sono secoli e secoli che l'uomo va cercando la via che potesse permettere alla sua triste materialità di invertire le leggi della natura. Una di queste è l' ENTROPIA ( rugbisti, buoni! Non fate battute su chi fosse entrata pia e non chiedetevi come e da dove ne fosse uscita), quella legge che dice che per fare disordine non ci vuole nulla ma per mettere in ordine si fa fatica, e questa legge sottintende che spesso per fare in modo che la natura ci venga incontro dobbiamo fare fatica perchè tutto tende al disordine. Nel sei nazioni italiano abbiamo trovato l'uovo di colombo a quanto pare, l'entropia gioca a nostro favore: si perde e gli sponsor corrono in massa a dare anche loro le pacche sulle spalle e a scucire quattrini, l'atmosfera di festa paesana che fa gridare sempre e comunque "viva il parroco" col bicchiere alzato piace tanto alla gente. Cosa muove lo sport? I successi credevo, sono interista, e in questi ultimi anni l'ho imparato bene, sulla mia pelle. Le pacche sulle spalle danno fastidio, e hai sempre voglia di dire: "alla prossima mollo un cartone". Ma siamo sicuri che non sia un sistema per far andare la macchina senza benzina quello di dire che va sempre e comunque tutto bene anche quando si perde? Si conquistano i profani, i profani attraggono gli sponsor che pagano volentieri per vedere felici i clienti che amano la favoletta del perdente felice. E se le vittorie rompessero l'incantesimo? E se vincendo si diventasse antipatici? E se la gente amasse Paperino piu' di Gastone? E se le donne preferissero Fantozzi a Rambo? Io sono interista...
Alberto

CORRIDOIO O TERZO TEMPO?

Basta! Non se ne può più. La confusione, tutta calcistica, tra "corridoio" e "terzo tempo" è ormai totale. Sia chiaro una volta per tutte: la partita termina e i giocatori fanno "corridoio" all'uscita dal campo applaudendo, stringendo la mano, ringraziando, gli avversari. Le due squadre, a turno.
Dopo, con una birra ed un panino, davanti ad un piatto di pasta o ad una fetta di torta, tutti insieme, arbitro e dirigenti compresi, ci si trova a discutere, commentare, ridere, criticare, cantare, ricordare. Nell'ordine che ognuno ritiene opportuno. Questo è il "terzo tempo", con pari dignità dei due tempi giocati, senza i minuti contati. Nel rugby non c'è nessun obbligo o norma, c'è
la storia, la tradizione. Il rispetto nel fare il corridoio ed il piacere di partecipare al terzo tempo.
Non serve altro. Il buon senso, prima della sociologia, insegna che la regola se non è condivisa è disattesa. Non confondiamo l'obbligo con la scelta e impariamo a non confondere il corridoio col terzo tempo.
Chicco

lunedì 11 febbraio 2008

L'importante è partecipare?

L'italia gioca bene ma non vince, per poco. L'italia partecipa. Con entusiasmo, con il cuore.
De Coubertin gioirebbe ma alcuni cominciano ad arricciare il naso. L'importante è partecipare, ma è meglio vincere! Prima che l'entusiasmo che sostiene il movimento si raffreddi. Prima che il rugby torni a scivolare, lentamente nelle nebbie dalle quali è uscito. La gente dimentica in fretta.
La gente, non il popolo del rugby. Ma al movimento serve la gente. Al rugby, in Italia, serve la quotidianità fatta di partecipazione, di bel gioco, di cuore ma anche di vittorie. FORZA AZZURRI!
Chicco

domenica 10 febbraio 2008

RBS SIX NATIONS Stadio Flaminio, Roma, ITALIA 19 - 23 ENGLAND

MARCELLO CUTTITTA RAGGIUNTO TELEFONICAMENTE AL FLAMINIO COMMENTA COSì IL PRIMO TEMPO DELLA PARTITA:
"Inghilterra padrona del campo e molto concreta sui punti d'incontro. Italia sbandata con la mediana e senza idee"

MARCELLO CUTTITTA RAGGIUNTO TELEFONICAMENTE AL FLAMINIO COMMENTA COSì A FINE PARTITA:
"La mediana italiana non ha giocato bene come l'altra volta, l'Inghilterra non esce dall'amnesia che l'ha vista soccombere contro il Galles ma l'Italia non è pronta a sfruttare l'occasione. Mancano uomini che sappiano portare avanti la palla. Bene Picone."

sabato 9 febbraio 2008

RBS SIX NATIONS Stade de France, FRANCE 26 - 21 IRELAND

CHICCO MAZZOCCO: "Partita per niente scontata, sia sotto il profilo del risultato che sotto quello del gioco. La Francia ha gestito il frutto dei due box profondi che hanno dato due mete in due minuti. Un O'Gara sottotono rispetto a quello visto contro l'Italia, ha tenuto lo score irlandese agganciato a quello francese nella fase centrale del match. L' Irlanda impone un finale thriller ai Francesi in calo, concludendo all'arrembaggio un match a sorpresa equilibrato"
(Chicco Mazzocco gioca nell'Amatori Milano, lo ringraziamo per il prezioso commento e gli auguriamo una pronta guarigione)

RBS SIX NATIONS Millennium Stadium, WALES 30 - 15 SCOTLAND

MASSIMO: "Partita combattuta fino alla fine, vinta dal Galles con merito. Gli Scozzesi sono apparsi sottotono e ancora una volta hanno giocato al di sotto delle proprie potenzialità, questo gruppo ha bisogno di tempo per dimostrare tutta la sua forza. Buona prova del pilone sinistro scozzese, il tallonatore è in miglioramento. Tra i Gallesi hanno brillato il 7 e il 10, la mischia ha fatto sicuramente la differenza"





domenica 3 febbraio 2008

RBS SIX NATIONS Murrayfield, SCOTLAND 6 - 27 FRANCE

MARCELLO: "Francia bella anche se si presentava con un organico nuovo, ha tenuto il campo bene, si candida come seria pretendente al titolo. Scozia confusionaria e senza idee, alla portata degli Azzurri"

" France showed some talent also with their new players. They looked well organized on the field and surely are eligible as winner of this 6 Nations. Scotland looked in big difficulty and with very little ideas, close to the "azzurri" rank, it will be a big battle in Rome".




MASSIMO: "Molto bene la mischia chiusa scozzese fino al cambio del pilone destro. Ottimi i nuovi innesti francesi, hanno tenuto il campo con autorità. Il gioco francese ha ampi margini di miglioramento, da rivedere gli scozzesi"

"The Scottish Forwards went very well until the tight head prop went off, The French proved to be very strong with the new players and stood on the field with authority and their games will certainly improve in the next games to come"


RBS SIX NATIONS 2008, Twickenham ENGLAND 19 - 26 WALES

MARCELLO: "Sorpresa Galles, hanno creduto nel risultato fino alla fine. Inglesi presuntuosi, troppo sicuri di avere il risultato in mano a partita ancora aperta"

”Suprise, Wales really believed in the result and clinched a good win against the England XV which thought that the gave was over after the first half”



MASSIMO: "Grosso secondo tempo del mediano di mischia e apertura gallesi, hanno preso in mano la squadra. La voglia di vincere nel rugby rende possibile ogni impresa"

"Great second half for Wales with their scrum half and half back took the match in their hands with all the team keen to win clinched the game for Wales “Proof that if you want to win you can”

sabato 2 febbraio 2008

RBS SIX NATIONS 2008 Croke Park, Dublin IRELAND 16 - 11 ITALIA


MARCELLO CUTTITTA: "Ennesima occasione sfiorata, siamo andati ancora vicini alla vittoria fuori casa. Mi è piaciuto molto Masi e il numero 9 Travagli ha ben figurato. Ottima la difesa arrembante e tonica, forte, fatta di cuore e tecnica"




MASSIMO CUTTITTA: "I miei complimenti ai ragazzi e all'allenatore Nick Mallet, siamo sulla strada giusta per poter iniziare a dare presto delle pacche sulle spalle a fine partita, mi trovo d'accordo con Marcello negli elogi alla difesa, ci sono da aggiustare dei meccanismi per quanto riguarda le ali e poi potremo pensare in grande"